Esame visivo

Esame visivo

Esame visivo

Attraverso l’esame visivo, oltre alla prima, immediata classificazione del vino in bianco, rosato, rosso, si prendono in considerazione:
 
• LA LIMPIDEZZA
• IL COLORE                                                                              
• LA FLUIDITÀ (o viscosità)
• GLI ARCHETTI
• L’EFFERVESCENZA (nel caso di vini a fermenta­-
zione naturale o spumanti)                                                       
 
Come si effettua l’esame visivo?
a.  Dopo aver riempito il bicchiere per circa un quarto del suo volume, lo si prende per lo stelo con l’indice e il pollice e, alzatolo a livello degli occhi, lo si osser­va in controluce: è il gesto del traguardare per valu­tare la limpidezza;
b.  poi, per fissare l’attenzione sul colore, si inclina leggermente il bicchiere contro un foglio - o un pia­no - bianco, osservando dall’alto al basso. Scrutando il disco che il vino forma in superficie si verifica se il colore mantiene tono anche ai bordi. Le sfumature si percepiscono inclinando il bicchiere fino al limite del versamento e guardando la zona dove la massa del vino è meno spessa (unghia);
c. infine si fa ruotare lentamente il vino nel bicchiere in modo che le pareti vengano bagnate: si osserva il film liquido che, scendendo lungo le pareti, forma una serie di gocce a intervalli regolari. Queste “lacri­me” o “archetti” danno utili indicazioni su alcune componenti del vino;
d. nel caso di vini spumanti o a fermentazione natu­rale l’attenzione si concentrerà sulla spuma e sulle bollicine.
LA LIMPIDEZZA
La limpidezza è indice di un vino stabi1e e  sano. Il tor­bido segnala scorrette pratiche di vinificazione o di conservazione, alterazioni e malattie. Legata alla limpi­dezza è la trasparenza.
IL COLORE
Del colore si osservano e si valutano: la vivacità, l’in­tensità, le sfumature (o tonalità).
La vivacità è brillantezza, smalto, vivezza e freschez­za del colore.
L'intensità e, anch’essa, facilmente riconoscibile: il colo­re potrà essere chiaro, pallido, leggero, debole; Oppure carico, intenso, coperto, fino a essere scuro, denso, cupo.
Le sfumature o tonalità di colore.
Max Léglise paragona i cambiamenti di colore del vino a quelli di un fiore rosso (una rosa, una peonia) raccolto in boccio, pronto a schiudersi. Il colo­re rosso più vivo e brillante si manifesta nel mo­mento della piena fioritura, in seguito si indeboli­sce, assume riflessi giallo-ocra e infine vira al bru­no. Le componenti fenoliche si comportano analogamente nel vino. La tonalità è quindi un fe­dele specchio dell’età.
11 colore dei vini rossi
Rosso porpora ricorda il colore della peonia: è in­tenso con tendenze al viola. Il rosso rubino è un rosso scuro che richiama la pietra omonima ma an­che il rosso brillante della ciliegia (utilizziamo anche l’espressione rosso cerasuolo). Il rosso granata, più intenso del precedente, sfuma verso il rosso san­gue. Il rosso aranciato richiama il mattone e può virare verso il bruno o il giallo aranciato.
11 colore dei vini rosati
Le tonalità dei rosati percorrono la gamma di sfumatu­re tra l’aranciato e il rosso chiaro. Il rosa pallido è te­nue, il rosa è quello dei petali dell’omonimo fiore; il rosa cerasuolo richiama certe ciliegie primaticce; il  chiaretto si avvicina al colore dei vini rossi il “buc­cia di cipolla” è carico di riflessi aranciati.
Il colore dei vini bianchi
Bianco carta è il vino quasi incolore. Quando, su di,un fondo paglierino tenue, prevalgono riflessi erbacei, si parla di giallo verdolino; il colore della paglia sug­gerisce il paglierino, più o meno carico. Giallo do­rato è il colore, molto saturo, dell’oro denso di rifles­si brillanti. Il giallo ambrato ricorda l’ambra o il to­pazio e può virare anche al bruno nel caso di vini passiti e liquorosi.


LA FLUIDITÀ
Osservando il vino mentre lo si versa nel bicchiere o facendo ruotare lentamente quest’ultimo, se ne perce­pisce la fluidità,ovvero la consistenza.
GLI ARCHETTI
Importanti notizie sul vino che degusteremo le for­niscono i cosiddetti “archetti” o “lacrime”. Sono curvature, a intervalli più o meno stretti, che si os­servano sulle pareti del bicchiere dopo aver fatto ruotare il vino: una pellicola trasparente e liquida vi si è depositata e colà lentamente verso il basso in forma di lacrime. Questo fenomeno è strettamente collegato al grado alcolico. Sulle pareti del bicchiere avviene l’evaporazione della sostanza più volatile, l’alcol, con un aumento della densità dcl liquido rimanente che vince la tensione superficiale ricaden­do verso il basso. Più fitti sono gli archetti, più in­tenso è il fenomeno evaporativo e maggiore è il contenuto in alcol etilico.
 
L’EFFERVESCENZA
Il fenomeno dell ‘effervescenza, caratteristico negli spumanti, è dovuto alla presenza di anidride carboni­ca che, liberandosi nel momento in cui il vino viene versato, provoca spuma e bollicine. L’esame dell’effer­vescenza (il pétillement o perlage) valuta:
la spuma: deve essere fine e asciutta e svanire nel gi­ro di pochi secondi;
la quantità delle bollicine: devono essere molte;
la qualità delle bollicine: il loro diametro deve essere piccolo (0,1 mm), dunque la finezza è indice di un buon perlage;
la persistenza: in uno spumante di qualità le bollici­ne sono alimentate dalla “fontanella” che le spinge in superficie;
il collare: l’anello di spuma finissima che, svanita la spuma iniziale, si forma intorno alle pareti del bicchiere.